45° Assemblea Avis Provinciale - Copertina

Si è svolto domenica 27 settembre 2020 l’annuale appuntamento avisino che ha visto coinvolti dirigenti, e volontari di AVIS così come le autorità del territorio reggiano

Avis Comunale di Guastalla ODV, in occasione dei festeggiamenti per il proprio 70° anniversario di fondazione, ha ospitato i lavori assembleari di Avis Provinciale presso il Teatro Comunale “Ruggero Ruggeri” di Guastalla.

Hanno portato il loro saluto:

  • il Dott. Maurizio Pirazzoli, Presidente di Avis Emilia Romagna ODV;
  • il Dott. Matteo Artoni, Vice Sindaco di Guastalla;
  • il Dott. Antonio Di Mare, Presidente C.o.B.U.S. in rappresentanza dell’Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia;
  • il Dott. Roberto Baricchi, Responsabile SIMT – Azienda USL-IRCCS di Reggio Emilia;
  • il Dott. Enrico Spallanzani, Presidente AIDO Provinciale di Reggio Emilia;
  • Francesco Mele, Presidente CRI-Comitato Guastalla;
  • Mario Dallasta, Consigliere CSV Emilia ODV.

Tra le relazioni esposte, tanti gli spunti offerti da quella del Consiglio Direttivo, letta dal Presidente Provinciale Stefano Pavesi, che ha evidenziato i dati positivi della raccolta 2019 con un incremento del 1,57% rispetto al 2018 con il raggiungimento di 28.862 donazioni. Significativo in particolare l’aumento della raccolta di plasma (+5,22%) e di piastrine (+9,26%). Per quanto riguarda i dati relativi ai donatori è continuato il trend positivo con 2.159 nuove iscrizioni e l’incremento delle iscrizioni on-line.

Una particolare riflessione, condivisa anche dal Dott. Maurizio Pirazzoli, Presidente di Avis Regionale Emilia-Romagna ODV, è stata rivolta alla necessità di investire con lungimiranza sulla ricerca di “donatori di tempo” disposti a ricoprire un ruolo dirigenziale in vista del prossimo mandato associativo e degli impegni futuri che attendono AVIS e per i quali sono fondamentali professionalità e competenza.

Si è condiviso inoltre l’obiettivo di proseguire la stretta collaborazione fra AVIS e le Istituzioni che ha caratterizzato l’emergenza sanitaria e che ha rappresentato un modello di flessibilità organizzativa e di programmazione così come l’ampio bacino di nuovi donatori iscritti grazie ai ripetuti appelli al dono.

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